Milioni per le armi, niente per i salari: l’Europa delle scelte sbagliate
Danilo Della ValleCompartir
910 milioni di euro. È la cifra che la Commissione Europea ha appena deciso di investire per rafforzare l’industria della difesa.
Droni, mobilità militare, cooperazione con aziende belliche ucraine: tutto immediato, urgente, perfettamente finanziabile.
Ma quando si parla di salario minimo europeo, le risposte diventano vaghe, i volti si fanno scettici.
"Troppo complicato", "troppo costoso", "non si può fare".
È una vergogna politica ed etica.
Mentre milioni di cittadini europei faticano a vivere con stipendi al di sotto della soglia della dignità, l’Europa apre il portafoglio per costruire la sua potenza militare. La direttiva sul salario minimo approvata nel 2022? Una cornice vuota. Niente vincoli, solo raccomandazioni. Un invito al ribasso, utile solo a mascherare l’inazione.
La verità è semplice e brutale: la guerra è diventata un affare.
Ma i diritti sociali? I salari? Il lavoro dignitoso? Quelli possono aspettare.
Io non ci sto.
La sicurezza non si costruisce con i droni.
La sicurezza si costruisce con un lavoro stabile, una casa accessibile, un futuro possibile.
Questa Europa sta compiendo una scelta politica precisa:
➤ Più armi, meno giustizia sociale.
➤ Più spese militari, meno diritti.
Non ci possiamo più permettere di restare in silenzio.

Negare l’evidenza è complicità
E mentre Bruxelles trova fondi per blindare i confini e finanziare eserciti, ci tocca ascoltare anche l’ennesima offesa alla verità.
Durante una riunione congiunta al Parlamento Europeo, l’ambasciatore israeliano presso l’UE e la NATO, Haim Regev, ha dichiarato che:
“Nessuno sta morendo di fame a Gaza.”
“Non è in corso nessuna strage.”
“Dovremmo ringraziare Israele per quello che sta facendo.”
Parole indegne. Negazioniste. Inaccettabili.
Parole che cancellano le immagini, le testimonianze, i numeri: quelli dei bambini mutilati, degli ospedali senza luce, delle famiglie che sopravvivono senza acqua né pane. Chi nega tutto questo, chi distorce la realtà, si rende complice della stessa violenza che vuole giustificare.
Da parte mia, da parte nostra, la condanna è totale.
Siamo e saremo al fianco del popolo palestinese, la cui sopravvivenza è ogni giorno più a rischio.
Siamo e saremo dalla parte della verità, della giustizia, dei diritti umani.
Se i soldi ci sono per gli eserciti, allora ci devono essere anche per le persone.
Per la dignità, per il lavoro, per la vita.